L’analisi dell’Ufficio studi di Anima Confindustria evidenzia prospettive deboli: previsioni di calo per fatturato ed export, margini in sofferenza
Il secondo semestre 2025 si apre con una visione poco ottimistica per le imprese della meccanica italiana. I risultati dell’ultimo sondaggio di Anima Confindustria alle aziende associate mostrano segnali diffusi di rallentamento, con stime che in diversi casi anticipano una riduzione del fatturato superiore al 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Circa un’azienda su quattro prevede infatti una diminuzione significativa, mentre le prospettive di crescita appaiono limitate. L’andamento riflette il clima di incertezza dei mercati e le difficoltà operative che molte realtà stanno affrontando in questi mesi.
L’analisi intorno all’export cattura un’istantanea della situazione caratterizzata da segnali di contrazione. Solo una quota ridotta delle imprese ipotizza aumenti consistenti delle vendite oltreconfine, mentre prevalgono previsioni di stabilità o di diminuzione. In particolare, il 27,5% del campione segnala un possibile arretramento fino al 5%, confermando che il rallentamento della domanda internazionale continua a pesare sulle performance del settore e restringe le opportunità di crescita sui mercati esteri.
La marginalità resta un nodo critico: oltre la metà delle aziende intervistate ha registrato un abbassamento nell’ultimo anno, con una parte consistente che parla di una riduzione superiore al 5%. Al contrario, soltanto una quota minoritaria dichiara di aver visto miglioramenti, segno che la pressione sui margini continua a essere diffusa. Le cause sono legate a un insieme di fattori che vanno dall’aumento dei costi energetici alla volatilità delle materie prime, fino alle tensioni geopolitiche, elementi che comprimono la redditività e riducono la capacità di investimento. L'instabilità geopolitica globale, con i conflitti in corso e l'escalation delle tensioni commerciali tra le maggiori economie mondiali, si ripercuote pesantemente sulla costanza delle forniture e sull'imprevedibilità dei costi, rendendo sempre più complessa la gestione operativa per le imprese del comparto meccanico.
«Nell'attuale scenario la meccanica italiana», ha sottolineato il Presidente di Anima Confindustria Pietro Almici, «è stretta in una morsa caratterizzata da un lato dall'incertezza geopolitica, che pesa sulle previsioni di crescita, dall'altro lato pesano l'imprevedibile postura statunitense e l’instabilità del governo francese. I dazi sui prodotti in acciaio al 50% imposti dal governo americano danno un ulteriore colpo alla nostra bilancia commerciale negli Usa, che ricordiamo essere stata la prima meta di destinazione della meccanica rappresentata da Anima nel 2024. Tutti questi fattori generano una crescente preoccupazione nelle imprese, soprattutto sul fronte dell’export e per le quali tutto ciò si traduce in una riduzione degli scambi commerciali con l’estero. Ma a preoccupare di più è il calo della marginalità per la maggior parte delle aziende della meccanica rappresentata da Anima, causato principalmente da un aumento dei costi di produzione».
Diventa quindi prioritario promuovere politiche che favoriscano i comparti industriali italiano ed europeo: «L'Ue ha inseguito per anni una politica di "idee", senza promuovere realmente il comparto manifatturiero locale. A questo va aggiunto il recente accordo con gli Stati Uniti, i cui termini prevedono centinaia di miliardi di euro diretti oltreoceano. Ora è tempo di arretrare da questa impostazione della politica economica e capire se veramente le istituzioni europee hanno la volontà di supportare le nostre imprese. Per cambiare direzione è necessario rivolgere un appello alle istituzioni, al fine di supportare il comparto manifatturiero e tutelare la produzione e il commercio dei nostri prodotti».
ANIMA Confindustria è l'organizzazione industriale di categoria che, all'interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 221.700 addetti per un fatturato di 55,5 miliardi di euro e una quota export/fatturato del 59% (dati Ufficio Studi Anima). I macrosettori rappresentati da ANIMA sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.